Le radici delle carte napoletane sembrano avere un legame profondo con il Medioevo e le classi sociali che lo caratterizzavano. Secondo una teoria ampiamente diffusa, i semi delle carte – coppe, denari, spade e bastoni – rappresentano rispettivamente il clero, i mercanti, i soldati e i contadini.
Ma qual è l’origine di questi semi?
Si dice che abbiano un’origine asiatica e siano stati introdotti in Italia Meridionale nel XII secolo dai Mamelucchi, una milizia composta da soldati di origine turca che servivano sotto Saladino.
È interessante notare che i mazzi di carte dei Mamelucchi comprendevano anch’essi quattro semi simili a quelli delle carte napoletane: dhiram, che rappresentava una valuta araba, si è trasformato nel nostro “denari”; suyûf indicava le loro scimitarre, diventate poi le “spade” delle carte napoletane; jawkân, i bastoni da polo che sono i precursori dei nostri “bastoni”; infine, tûmân, simboleggiato dalle “coppe”.
D’altra parte, i semi francesi delle carte, ovvero cuori, quadri, fiori e picche, hanno origini più tardive e si sono evoluti in un contesto diverso. Mentre le carte napoletane sembrano avere una connessione diretta con il passato medievale, i semi francesi sono emersi in un momento successivo, influenzati dalla cultura e dalle tradizioni della nobiltà francese.
In ogni caso, sia i semi delle carte napoletane che quelli francesi sono diventati iconici nel mondo del gioco d’azzardo e del divertimento. Rappresentando classi sociali, valori e simboli del passato, queste carte hanno continuato a intrattenere e affascinare persone di tutto il mondo fino ai giorni nostri.
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