Alcune storie del ciclo arturiano, che narrano le gesta del re Artù e dei suoi valorosi cavalieri, presentano un elemento magico: la spada nella roccia. Si tratta di una spada conficcata in una roccia (o a volte in un’incudine) che solo il vero re della Britannia può estrarre. Molti credono che la spada nella roccia sia Excalibur, la celebre spada di Artù, ma in realtà in alcuni racconti le due spade sono diverse.
Il primo a raccontare la storia della spada nella roccia fu Robert de Boron nel suo poema Merlino, scritto tra il XII e il XIII secolo. In seguito, la storia fu riproposta da altri scrittori, come Thomas Malory ne La morte di Artù, e da vari adattamenti cinematografici e letterari, come il romanzo di T. H. White e il film d’animazione di Walt Disney, entrambi chiamati La spada nella roccia.
La spada nella roccia non è solo un simbolo letterario, ma ha anche delle testimonianze storiche e leggendarie in Italia, dove si possono trovare alcune spade infisse nella roccia che si dice siano state usate da santi o guerrieri. La più nota è quella di San Galgano, custodita nell’Eremo di Montesiepi vicino a Siena. Altre spade nella roccia sono state scoperte in Sardegna, dove si pensa siano state piantate dai guerrieri nuragici o shardana.
Ma sapevate che c’è anche una spada nella roccia a pochi chilometri da Roma?
Qualcuno ha avuto l’idea di piantare una spada nella roccia a Sutri, un comune italiano della provincia di Viterbo. Dista poco più di 50 km da Roma. Sulla Francigena, tra Capranica e Sutri, si può vedere una spada nella roccia, che svetta sulla cima di un grande masso. Provate a tirarla fuori, magari sarete voi i nuovi re di Sutri!
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