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La Battaglia di Stamford Bridge e la Fine dell’Epopea Vichinga

Il 25 settembre 1066 segna una data cruciale nella storia europea: la Battaglia di Stamford Bridge, evento che pone fine all’epopea vichinga e segna un cambiamento radicale nell’identità culturale e nelle dinamiche politiche dell’epoca. Ma cosa significa veramente il termine “vichingo”? Qual è il contesto di un periodo così affascinante e complesso, che va dall’VIII all’XI secolo? In questo articolo, esploreremo l’immaginario collettivo che circonda i vichinghi, la loro vera storia ei miti che spesso la distorcono.

Il termine “vichingo” non si riferisce ad un gruppo etnico specifico, ma piuttosto a guerrieri norreni che intraprendevano incursioni marittime. Originari della Scandinavia, questi uomini salpavano a bordo delle loro iconiche imbarcazioni, i drakkar, per compiere razzie lungo le coste delle isole britanniche, della Francia, dell’Italia meridionale e persino in Sicilia. L’epoca vichinga, che abbraccia un periodo compreso tra il 793 e il 1066, ha visto i norreni esplorare e colonizzare vaste aree d’Europa, raggiungendo luoghi come le Isole Shetland, le Orcadi, le Fær Øer, l’Islanda, la Groenlandia eTerranova.

Uno degli aspetti più affascinanti della cultura vichinga è la loro abilità di navigazione, che li ha portati non solo a saccheggiare, ma anche a commerciare. Si stima che siano stati i primi europei a raggiungere il Nordamerica, sebbene le loro esplorazioni siano state dimenticate fino all’arrivo di Cristoforo Colombo. Figure come Bjarni Herjólfsson, che avvistò il continente americano nel X secolo, e il sito archeologico di L’Anse aux Meadows, testimoniano la presenza vichinga in queste terre lontane.

Con l’introduzione del cristianesimo in Scandinavia, tra la fine del X secolo e l’inizio dell’XI secolo, le scorrerie vichinghe iniziarono a diminuire. La battaglia di Stamford Bridge rappresenta simbolicamente la conclusione di un’era, un conflitto che vide il re norvegese Harald Hardrada affrontare il re anglosassone Edoardo il Confessore. La sconfitta di Harald segnò non solo la fine di una dinastia, ma anche il tramonto del mito vichingo.

Tuttavia, ciò che resta dell’immaginario collettivo sui vichinghi è spesso distorto da miti e leggende.

Per esempio, molti credevano che i vichinghi indossassero elmi con le corna; in realtà, nei siti archeologici non è mai stato rinvenuto un solo elmo di questo tipo. Questa immagine romantica ha preso piede grazie a rappresentazioni artistiche, in particolare le scenografie di Richard Wagner per la sua tetralogia del Nibelungo.

Un altro mito comune riguarda i funerali vichinghi. Spesso si immagina che i vichinghi celebrassero spettacolari roghi sul mare, mentre in realtà, le prove archeologiche indicano che le sepolture avvenivano perlopiù in terra. Contrariamente all’immagine di un popolo alto e biondo, in realtà, i vichinghi tendevano ad avere capelli castani e si mescolavano con diverse popolazioni, inclusi slavi e meridionali. Questo aspetto sfida la concezione romantica di una razza nordica pura, alimentata anche dai miti nazisti. In un altro errore comune, si crede che i vichinghi si definissero come tali. Il termine “vichingo” in realtà significa “quelli della baia” ed era utilizzato da altri popoli per riferirsi a questi guerrieri. I norreni, come si autodefinivano, erano molto più di semplici pirati; Erano agricoltori e pastori, che praticavano anche la montagna, come dimostrano i ritrovamenti di sci rudimentali. Anche l’immagine dei vichinghi come barbari zozzoni è fuorviante. Le prove archeologiche rivelano che prestavano molta attenzione all’igiene personale: rasoi, pettini e la consuetudine di fare il bagno almeno due volte a settimana sono solo alcune delle testimonianze di una cultura che valorizzava la pulizia.

Infine, l’idea che bevessero in coppe ricavate dai teschi dei nemici è un’altra leggenda metropolitana. In realtà, utilizzavano corni di animali per le loro bevande. E per quanto riguarda le loro navi, il termine corretto da utilizzare non è “drakkar”, ma “dreki”, una parola che significa “drago” e sottolinea la forma distintiva delle loro imbarcazioni.

In conclusione, l’epopea vichinga è un capitolo straordinario della storia europea, ricco di avventure e scoperte. Comprendere la verità dietro i miti e le leggende permette di apprezzare appieno l’eredità culturale che i vichinghi hanno lasciato. Mentre la battaglia di Stamford Bridge segna la fine di un’era, l’impatto di questi guerrieri norreni continua a influenzare la nostra cultura moderna e il nostro immaginario collettivo.

L’articolo La Battaglia di Stamford Bridge e la Fine dell’Epopea Vichinga proviene da CorriereNerd.it.

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