I turisti in visita nella suggestiva cittadina di Narni, precisamente nella contrada Santa Lucia, dopo aver percorso un lungo e suggestivo sentiero in mezzo al bosco, certamanete si troveranno dinnazi ad un vecchio ponte. Fatto costruire da Cocceio Nerva nel lontassimo I secolo d.C., questa costruzione, chiamata “Ponte Cadorna”, faceva parte dell’acquedotto della Formina, che permetteva di portare acqua dalla città di Narni alle varie sorgenti delle colline circostanti.
A questo antico ponte, è legata una leggenda, viva ancor’oggi.
La leggenda del Ponte Cardona racconta di un favoloso tesoro. Un anziano frate mendicante del convento di Sant’Ubaldo era solito scendere a piedi dal monte ogni giorno per raggiungere Narni e raccogliere le poche offerte necessarie a vivere per lui e i suoi confratelli. Ogni giorno, un certo Giovenale, che abitava vicino a Ponte Cardona, se vedeva che il sacco del frate vuoto, gli offriva del pane e lo ristorava con acqua o vino. Ma un giorno, Giovenale non scorse l’anziano sacerdote ma un frate giovane con una vecchia sacca sulle spalle: non ci volle molto a capire che il vecchio “amico” era purtroppo volato in cielo. Profondamente addolorato, quella stessa notte, l’uomo sognò il “suo” frate che gli rivelò di un tesoro proprio sotto il ponte, esattamente al centro dell’arco.
“Mille e più monete d’argento dell’era di Marco Cocceio Nerva, l’imperatore nato a Narni, oggetti d’oro e pietre preziose in quantità sufficiente per renderci ricchi come tutti i nobili della zona messi insieme”.
Quella stessa notte, Giovenale iniziò a scavare e dopo un’ora la pala toccò un oggetto metallico! Con ancora più fervore, continuò a scavare, ma improvvisamente il cielo si oscurò e gli animali del bosco cominciarono a scappare in ogni direzione, mentre una pioggia intensa faceva traboccare il piccolo torrente. Giovenale si salvò per miracolo aggrappandosi al ramo di un albero e improvvisamente tutto tornò come prima, ma la buca che aveva faticosamente scavato si era completamente riempita. Fu allora che l’uomo si ricordò delle ultime parole del sogno:
“Se trovi il tesoro, è tuo, ma non ti appartiene”.
Giovenale capì che, se lo avesse trovato, doveva condividerlo con gli altri, perché ci erano molte cose da fare e ciò che non mancava erano i poveri. Venuta la notte, tornò sotto il ponte e scavò nuovamente una grande buca, proprio nel punto in cui oggi ne esiste una. Si racconta quindi che Giovenale trovò il tesoro e seppe dividerlo con gli altri, ma secondo alcuni, il tesoro di Ponte Cardona è ancora lì.
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