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Dizionario Mitologico dell’Antica Grecia

I miti greci vengono descritti in modo semplice e facilmente consultabile, attraverso un piccolo prontuario, un vero e proprio dizionario Mitologico dell’Antica Grecia, dove vengono trattati, in ordine alfabetico, i vari protagonisti dei miti greci. Nel dizionario mitologico sono presenti anche il pantheon classico e le divinità minori. Sono descritti luoghi geografici di primaria importanza, assieme alle più conosciute creature dei miti greci, assieme  alle storie degli eroi che le hanno combattute. Per una lettura piu agevole è consigliabile consultare l’articolo in modalità Pdf, oppure utilizzare il comando” trova” del vostro browser, accessibile con il comando Ctrl+ F.

Acheronte

Il primo dei quattro fiumi infernali. Il suo nome è quello di uno dei figli di Elios (il sole) e Gea (la terra). Costui fu trasformato in fiume da Zeus perché, nella lotta tra Dei e Titani, diede dell’acqua a questi ultimi. E’ un fiume enorme e freddo e può essere attraversato solo con la barca di Caronte. Sulle sue rive si affollano le anime che devono attraversarlo, consce che non torneranno mai più indietro, mentre, isolati, gli ignavi, coloro che in vita non fecero né bene né male, soffrono e si lamentano.

Ade

L’oltretomba, il regno nero ed oscuro dominato da Ades. Qui precipitano le anime dopo la morte e, in base alle loro colpe, sono giudicate e punite. Si immaginava che fosse sottoterra oppure oltre l’immenso oceano, accessibile tramite le più profonde caverne. Era diviso in un antinferno, dove si trovavano, sotto la giurisdizione di Minosse, le anime né buone né cattive, il Tartaro, la parte più buia e profonda dove si trovavano i colpevoli di vari delitti, e l’Elisio, dove vanno le anime dei pii. Il tutto era delimitato da cinque fiumi: l’Acheronte, il Lete, lo Stige, il Cocito ed il Flegetonte. In seguito fu rappresentato in modo diverso.

Ades

Fratello di Zeus e Nettuno, è il sovrano dell’aldilà. Quando infatti lui ed i fratelli si spartirono la terra, a lui toccò in sorte quel luogo oscuro. Vive solitamente nell’aldilà, ma se vuole può uscirne liberamente. Possiede un elmo nero, dono dei Ciclopi, che lo può rendere invisibile. E’ spesso definito come il più odiato dagli Dei, il suo nome in greco significa “invisibile”. Nell’aldilà il suo potere è pressoché assoluto, ma compare poco nei miti e non appare neppure nell’Iliade di Omero. Sua sposa è Proserpina, che egli un giorno rapì, e che vive sei mesi con lui e sei mesi con la madre Demetra.

Afrodite

La Dea dell’amore, della bellezza e della fertilità. Nacque fra le onde del mare, avvolta nella schiuma. E’ moglie di Efesto ma ebbe anche altri mariti e moltissimi figli, tra cui Enea e Cupido. Le erano sacre le colombe e le rose. Afrodite (Venere per i romani) era all’inizio una divinità terribile e violenta, come violento e passionale è l’amore che ella suscita negli uomini, poi, col tempo, la sua figura si mitigò.

Apollo

Il Dio del sole, forse il più potente, insieme ad Atena, fra i figli di Zeus. Era il Dio del sole, fratello di Artemide, Dea della luna, ma era anche il Dio della poesia e della musica, che egli stesso creò, ed infatti era lui a guidare le Muse sul monte Elicona. Apollo puniva i superbi e coloro che osavano sfidare gli Dei, abbattendoli con le sue frecce. Per due volte fu obbligato a vivere temporaneamente come umano, essendo stato punito da Zeus per il suo comportamento (per vendetta uccise i ciclopi, che per Zeus forgiavano i fulmini). Era spesso di aiuto agli uomini, ascoltando le loro suppliche e svelando, seppur in modo velato ed enigmatico, il loro destino tramite l’oracolo che gli era sacro nella città di Delfi. Nell’Iliade scatena un epidemia contro i Greci per punire il comportamento di Agamennone nei confronti del sacerdote Crise. Nella sua vita affrontò ed uccise molti mostri ed ebbe quasi altrettanti amori, fra Dee, ninfe e donne umane. Fra esse Dafne che, per sfuggirgli, si tramutò in un albero, o Cassandra, che ottenne il dono del vaticinio, ma poi lo respinse e fu punita in modo tale che nessuno le avrebbe mai creduto. Apollo però non è solo il Dio del sole, della poesia e della musica, ma anche, in maniera minore, dei pastori, delle greggi, che difendeva dai lupi, delle messi, della medicina, dei navigatori. Ebbe templi ed oracoli in molte città, sia greche che asiatiche. Fra gli animali gli era sacro il delfino.

Aracne

Aracne era una fanciulla, tessitrice abilissima, al punto che osò sfidare la Dea Atena, i cui avvertimenti si rifiutò di ascoltare. Le due gareggiarono in una gara ed entrambe tessero una tela meravigliosa. Quella di Aracne era però più bella di quella di Atena, e quando la fanciulla si vantò della vittoria, Atena, furiosa, strappò il tessuto e la trasformò in un ragno, condannandola a tessere per il resto della sua esistenza.

Ares

Il Dio della guerra (Marte per i latini), ma della guerra violenta, e per questo spesso in contrapposizione con Atena, dea della guerra astuta. In battaglia era armato di lancia e scudo, vestito con corazza ed elmo, ed era circondato da quattro personaggi: Deimos (terrore), Fobos, (spavento), Enio (urlo furioso) e talvolta anche da Eris (Discordia). Era molto potente ma ciononostante risultava spesso sconfitto. Nell’Iliade è persino ferito da un umano, Diomede.

Arpie

Dee della bufera travolgente e distruttrice. Erano immaginate come esseri mostruosi, con grandi ali, viso di donna, corpo di uccello e zampe artigliate.

Artemide

La Dea (Diana nel mondo romano) era la sorella di Apollo e rappresentava la luna. Era bellissima ma devota alla castità, e coloro che insidiavano lei o le ninfe del suo seguito erano puniti con una morte orribile. Appare sempre armata di arco, intenta a cacciare ma anche a punire i malvagi. Le sue frecce, come quelle del fratello Apollo, possono scatenare epidemie. E’ protettrice dei parti, signora degli animali selvatici, specie degli orsi, e talvolta anche dei mostri.

Asclepio

Divinità minore, figlio di Apollo e Dio della medicina e della guarigione. Secondo Esiodo fu fulminato da Zeus per aver riportato in vita un defunto.

Atlas

Atlas (o Atlante) era un gigante che, nella lotta fra Dei e Titani, parteggiò per questi ultimi. Per questo motivo Zeus lo punì obbligandolo a sorreggere per l’eternità l’intera massa celeste sulle sue spalle.

Berenice

Moglie di Tolomeo, fu fatta uccidere dal figlio nel 221 a.C. Si racconta che quando il marito partì per la guerra di Siria, la donna consacrò la sua chioma ad Afrodite perché lui tornasse sano e salvo. Il ricciolo offerto sparì dal tempio e l’astronomo Conone immaginò che fosse stato trasformato in stella, e così chiamò “chioma di Berenice” la costellazione da lui appena scoperta.

Bellerofonte

Eroe di Corinto, considerato figlio di Poseidone (Nettuno). Dovette superare imprese durissime come uccidere la Chimera, un mostro sputafuoco con testa di leone, corpo di capra e coda di drago, o affrontare le Amazzoni, le celebri donne guerriere. Racconta Omero che venne in odio agli Dei perché cavalcando il cavallo alato Pegaso, datogli in dono da Atena, cercò di salire fino al cielo. Zeus lo punì facendo imbizzarrire il cavallo, che disarcionò Bellerofonte, il quale precipitò nel vuoto.

Caronte

“Caron dimonio, dagli occhi di brace” come lo descrive Dante nella Divina Commedia appare nella mitologia come il vecchio traghettatore, figlio dell’Erebo e della Notte, che traghettava le anime attraverso il fiume Acheronte. Le anime dovevano però pagare per farsi trasportare, altrimenti sarebbero rimaste in eterno sulle rive del fiume, e per questo i parenti mettevano vicino ai cadaveri una moneta. Caronte rifiutava di far salire anche i vivi o coloro che non erano stati sepolti. Appare descritto come un vecchio dalla lunghissima barba bianca, vestito da nocchiero e con in mano un lungo remo. La sua origine risale al popolo etrusco.

Castalia

Fonte del monte Parnaso, sacra alle muse. In origine era una fanciulla che, per sottrarsi alla corte insistente di Apollo, si annegò nella fonte che in seguito prese il suo nome.

Cerbero

Cane mostruoso, figlio di Tifone ed Echidna, con tre teste, una coda di drago e vari serpenti sulla schiena. Era il custode dell’aldilà e le anime lo placavano offrendogli del miele che i parenti mettevano nelle loro tombe insieme alla moneta per Caronte. Cerbero attaccava ed uccideva i vivi che cercavano di entrare nell’aldilà. Fu placato sia da Enea che da Orfeo, la cui musica lo ammaliò, mentre Ercole riuscì a sconfiggerlo a mani nude.

Ciclopi

Esseri giganteschi con un occhio solo, popolavano la Sicilia ed erano immaginati come divoratori di uomini. Vivevano di solito vicino ai vulcani, nei quali talvolta lavoravano al fianco di Efesto. Forgiavano i fulmini per Zeus.

Cocito

Uno dei quattro fiumi infernali, descritto a volte come affluente dell’Acheronte, altre come braccio dello Stige, un altro dei quattro fiumi. Esso forma, sul fondo dell’Inferno, l’omonima distesa ghiacciata, nella quale, immersi nel ghiaccio, scontano la loro pena i traditori divini.

Crisaore

Figlio di Poseidone e Medusa, nacque insieme a Pegaso dalla testa mozzata della Gorgone. In seguitò generò Echidna ed il gigante con tre busti, Gerione.

Crono

Padre di Zeus, Poseidone ed Ades, Crono era un Titano, figlio di Urano (il cielo) e Gea (la terra). Seppe da una profezia che uno dei suoi figli lo avrebbe ucciso e per questo li ingoiava alla nascita. Sua moglie Rea però salvò Zeus, sostituendolo con una pietra, e quando il Dio crebbe, sconfisse il padre e liberò i fratelli e le sorelle.

Dedalo ed Icaro

Il costruttore del famoso labirinto della città di Minosse. Su ordine del sovrano, edificò la costruzione, nella quale venne rinchiuso il mostruoso Minotauro. In seguito aiutò Teseo e per questo venne rinchiuso egli stesso nel labirinto insieme al figlio Icaro. I due cercarono di fuggire quando l’anziano inventore creò delle ali con penne e cera. Volando con queste ali i due uscirono dal labirinto, ma, come tristemente noto, Icaro non ascoltò le parole del padre, il quale gli consigliava di non avvicinarsi troppo al sole. Così, quando Icaro salì troppo in alto, il calore del sole sciolse la cera ed il ragazzo precipitò mortalmente in mare. Dedalo invece si salvò e, terminato il volo, atterrò a Cuma, dove edificò un tempio ad Apollo.

Demetra

Demetra (Cerere nel mondo romano) era figlia di Crono e Dea dell’agricoltura, che ella stessa creò, come segno dell’incivilimento degli uomini rispetto a quando erano cacciatori. Era una dea molto potente e venerata, ma il mito più importante che la riguarda è quello del rapimento della figlia Persefone (Proserpina nel mondo romano) da parte di Ades. In preda al dolore, la Dea vagò per il mondo, fermandosi anche nell’Attica, ad Eleusi, presso Atene. La Dea non si rassegnava alla perdita della figlia, la quale aveva mangiato del cibo dell’aldilà e quindi, seppur viva, non poteva più tornare sulla terra. Demetra fece allora calare sul mondo un inverno perenne, i campi si seccavano, gli animali e gli uomini morivano, al punto che Zeus decise di risolvere personalmente la faccenda ed ordinò che Persefone stesse per sei mesi con l’amato Ades e per sei mesi con la madre. Così, i sei mesi in cui Persefone è con Ades sono i mesi invernali ed autunnali, in cui Demetra mostra il suo dolore, mentre i sei mesi in cui la figlia e la madre sono quelli estivi e primaverili. In seguito si svilupparono in onore della Dea i culti Eleusini (i cosiddetti misteri Eleusini), inizialmente di carattere agrario, ma in seguito in essi si vide il tema del morire e del rinascere e, successivamente, il tema dell’immortalità della specie e dell’individuo.

Deucalione

Deucalione fu, insieme alla moglie Pirra, l’unico uomo che si salvò dal terribile diluvio che Zeus scatenò sulla terra. Quando infatti il Dio decise di distruggere l’umanità, ritenuta malvagia e corrotta, Deucalione e Pirra furono gli unici due ad essere trovati giusti e meritevoli della salvezza. Per questo, su consiglio di Prometeo, costruirono un’immensa arca, che galleggiò per nove giorni sulle acque, mentre l’umanità periva. Alla fine del diluvio i due approdarono alla vetta del monte Parnaso. Dopo poco tempo, i due, spinti dal desiderio di ripopolare la terra, consultarono l’oracolo di Delfi e seppero che, per ottenere il loro scopo, dovevano gettare dietro di loro le “ossa della grande madre”, ovvero le pietre (la grande madre è la terra). Così le pietre gettate da Deucalione diventarono uomini, quelle gettate da Pirra, donne, ed in breve la terra si ripopolò.

Dioniso

Dioniso, il Bacco romano, era anche lui una divinità del mondo agricolo, specie delle viti e quindi del vino. Egli rappresenta l’ebbrezza tipica della gioventù, l’irrazionale comportamento che essa comporta. Fra i miti che lo riguardano, ve ne è uno in cui si racconta che fosse in viaggio alla ricerca di un giovane quando fu rapito da alcuni pirati ed imprigionato. I pirati volevano venderlo come schiavo, ma, ad un cenno del Dio, la nave pirata si riempì di viti e tralicci, dai quali colava il vino, mentre sul ponte apparvero leoni e pantere. I pirati si tuffarono in mare, e si tramutarono in delfini. Ad Atene si festeggiavano delle feste in suo onore, le Dionisie, e, ogni quattro anni, le Grandi Dionisie. Appare di solito raffigurato come un giovane barbuto e robusto, vestito da pampini di uva e circondato da un seguito di satiri.

Ecate

Divinità lunare, infernale e marina, con tre teste e tre corpi. Quale Dea marina proteggeva i marinai, come divinità infernale inviava i terrori notturni, i fantasmi e gli spettri. I latini la identificarono con Trivia e posero la sua immagine negli incroci. E’ raffigurata come una donna con lunghi capelli con in mano una fiaccola.

Efesto

Fratello di Ares e figlio di Zeus ed Era, Efesto (Vulcano per i romani) era il Dio del fuoco e di qualsiasi arte della lavorazione dei metalli. Era un fabbro abilissimo, secondo a nessuno, capace di lavorare parimenti bene con entrambe le mani, ed aiutò il padre nella lotta contro il mostruoso Tifeo. Era zoppo e deforme, secondo alcuni perché Zeus, adirato con lui, lo aveva gettato giù dall’Olimpo, secondo altri invece fin dalla nascita. Omero narra che fu Era a gettarlo dall’Olimpo, proprio perché era zoppo. Di fatto visse per nove anni nelle profondità della terra, era infatti padrone anche del fuoco vulcanico, ed aveva la sua sede nell’Etna, dove dirigeva i Ciclopi. Fu Era stessa, vista la sua abilità, a richiamarlo sull’Olimpo. Efesto forgiò il tridente di Poseidone, lo scudo di Ercole, le armi di Achille, le stesse case degli Dei e persino la prima donna, Pandora. Era sposato con la bellissima Afrodite, che però lo tradiva di frequente.

Elisio

Luogo di felicità riservato a coloro che gli Dei sottrassero alla morte, agli eroi ed agli uomini particolarmente giusti. Era attraversato dal Lete, il fiume infernale dell’oblio, ma viene rappresentato in luoghi diversi dai diversi poeti. Secondo Omero ed Esiodo era ai confini della terra, secondo Platone al di là delle Canarie, le “isole fortunate”, da Virgilio al centro degli inferi, da altri filosofi nel circolo solare o lunare.

Eolo

Il Dio di tutti i venti, dalle deboli brezze ai terribili uragani. Secondo Omero viveva su un’isola (Eolia), nelle profondità di una caverna, dalla quale esercitava il suo potere.

Era

Sorella e moglie di Zeus, Era (Giunone) è la divinità femminile più importante, tanto da essere definita “la regina degli Dei”. Gelosissima del marito, non sopportava la sua infedeltà ed abbatteva terribili punizioni sulle sue occasionali amanti. Viene quindi raffigurata come sospettosa, maligna e vendicativa, ma raramente sfida l’autorità del marito, immensamente più potente di lei, che nell’Iliade minaccia di appenderla al cielo a testa in giù. Era comunque protettrice delle matrone e del vincolo coniugale. Le sono sacri, fra gli altri animali, il pavone ed il cuculo. Tra i frutti il melograno.

Eracle

Forse il più famoso fra gli eroi Greci, Eracle (Ercole) era figlio di Zeus e della mortale Alcmena, moglie di Anfitrione. Zeus prese l’aspetto del marito e la ingannò, concependo così Eracle. Era (la Dea) adirata col marito, inviò due serpenti ad uccidere il neonato. Eracle però mostrò subito la sua forza strangolando i serpenti. Già in gioventù compì eroiche imprese, benché costantemente perseguitato dalla matrigna Era, che fece di tutto per ucciderlo. Compì molte imprese e sposò Megara, ma Era lo fece impazzire e così egli stesso uccise la moglie ed i figli. Fra le imprese, le famose dodici fatiche: 1) uccise il leone di Nemea, soffocandolo con le mani, 2) uccise l’Idra di Lerna, un drago le cui teste ricrescevano e si moltiplicavano dopo essere stata tagliate, sigillando i colli mozzati con il fuoco, 3) cacciò il cinghiale di Erimanto. 4) catturò la cerva di Menalo, dotata di corna d’oro e zoccoli di rame. La inseguì per un anno intero, non volendo ucciderla perché era sacra ad Artemide, ed infine la ferì con una freccia. 5) uccise gli uccelli del lago Stinfalo, che avevano artigli, piume e becco di bronzo. 6)conquistò la cintura di Ippolita, regina delle Amazzoni, e per farlo affrontò le amazzoni stesse ed uccise la regina. 7) pulì le immense stalle del re Augia deviando il corso di un fiume. 8) catturò il toro di Creta. 9) catturò i buoi di Gerione, gigante con tre teste, tre busti e sei braccia, ed uccise il gigante stesso. 10) catturò le cavalle di Diomede, animali feroci che divoravano le persone. 11) conquistò i pomi d’oro del giardino delle Esperidi, dopo aver ingannato Atlante. 12) Catturò Cerbero dopo essere entrato nell’Ade ed aver liberato Teseo. In seguito riportò il mostro nell’aldilà, come ordinato da Ades. Vagò per il mondo ed uccise mostri, briganti e tiranni. Prese parte alla spedizione degli Argonauti e compì molte altre imprese. Infine sposò Deianira, ma tempo dopo si innamorò della principessa Iole. Deianira, venuta a conoscenza di ciò, gli inviò una tunica, donatole dal centauro Nisso, che avrebbe dovuto contenere un filtro d’amore che riportasse Eracle da lei. Deianira era però stata ingannata e la tunica conteneva un veleno, così quando Eracle la indossò, fu sopraffatto da un terribile dolore e, fatto costruire un rogo, vi si gettò dentro. Gli Dei però vollero premiarlo per le sue azioni gloriose e lo resero uno di loro. Eracle è raffigurato come un uomo barbuto e muscoloso, armato solitamente di clava.

Erinni

Le Erinni (o Furie) erano tre Dee vendicatrici e terribili. Punivano i delitti di sangue, specie quelli compiuti da familiari. Erano rappresentate come esseri dallo sguardo minaccioso e crudele, con grandi ali, con in una mano una frusta e nell’altra una fiaccola. Attorno alle braccia ed i capelli avevano dei serpenti, che poi lasciavano contro la vittima per bloccarla. I loro nomi erano Megera, Aletto e Tisifone. In seguito divennero più benevole e furono chiamate Eumenidi.

Eris

La Dea della Discordia, figlia della Notte e madre della Carestia, del Dolore e di altri flagelli. Sorella e moglie di Ares, lo seguiva in battaglia. La sua invidia causò indirettamente lo scoppio della guerra di Troia poiché, non essendo stata invitata alle nozze fra Teti e Peleo, gettò vicino ad Atena, Era ed Afrodite una mela d’oro, su cui era inciso “alla più bella”. Come noto le tre Dee litigarono per stabilire chi di loro fosse la più bella, ed alla fine Zeus decise che dovesse essere il pastore Paride, in realtà figlio del re di Troia, Priamo, a decidere chi fosse la più bella fra le tre. Paride scelse Afrodite ed in cambio ottenne Elena, moglie di Diomede, ed il rapimento della donna causò la guerra.

Ermes

Ermes, il latino Mercurio, a volte chiamato Ermete, è un Dio furbo ed astuto. Protettore dei viandanti, degli eroi, custode delle strade, che liberava dagli spiriti maligni, intermediario tra gli uomini e gli Dei, accompagna le anime dei defunti in Ade. E’ patrono delle attività culturali, letterarie e, talvolta, anche di quelle ladresche. Inventò la lira usando un guscio di tartaruga. Di solito appare raffigurato come un giovane, con indosso una tunica ed ai piedi dei calzari alati, che gli permettevano di muoversi ad altissima velocità.

Estia

Identificata con la romana Vesta, è la divinità del focolare, inteso come centro della vita familiare. Non prendeva mai parte a guerre o dispute ed anzi cercava di mantenere la pace tra le varie divinità olimpiche. Sorella di Zeus, propiziava la pace all’interno della casa e della città.

Gea

La Terra, primogenita del Caos, madre di Urano (il cielo) e Ponto (il mare). Indignata per la prigionia dei titani, si unì col Tartaro e generò il mostruoso Tifeo, contro il quale Zeus dovette combattere.

ganimede

 Coppiere degli dei ed amante di Zeus.

Giasone

Capo degli Argonauti, partì con molti eroi alla ricerca del vello d’oro. Nonostante le moltissime peripezie, lui ed i compagni riuscirono nell’impresa, anche grazie all’aiuto della maga Medea, innamoratasi di Giasone.

Gorgoni

Erano tre sorelle, Steno, Euriale e Medusa. Quest’ultima, a causa della maledizione di Atena, poteva pietrificare chiunque la guardasse in viso.

Hypnos

Il Sonno, fratello di Thanatos, la morte, e figlio della Notte. Hypnos era il padre dei sogni, dei quali era Dio Morfeo. Ovidio, nelle Metamorfosi, descrive la sua reggia come un luogo in cui non c’è alcun suono o voce, nella quale tutti sono immersi in un profondissimo sonno. Nell’Iliade Era invoca Hypnos per far addormentare Zeus e poter intervenire nella guerra fra Greci e Troiani.

Ida

Celebre monte frigio.

Iride

La Dea dell’arcobaleno, messaggera degli Dei come Mercurio. Aveva ali dorate ed un mantello spendente dei mille colori.

Lemuri

Nome generico delle anime defunte, sia di quelle buone che di quelle maligne, conosciute come spettri e fantasmi.

Medusa

La più nota delle Gorgoni e l’unica delle tre ad essere mortale. Si unì a Poseidone e generò una prole di mostri ed esseri malefici. In seguito fu trasformata da Atena in una creatura con serpenti al posto dei capelli, in grado di pietrificare chiunque la guardasse. Sulle ragioni del maleficio vi sono varie versioni, secondo una di esse Medusa fu punita per essersi vantata della sua bellezza, secondo altre fu punita per l’unione con Poseidone, avvenuta proprio in un tempio di Atena. Sta di fatto comunque che dopo il maleficio Medusa iniziò a pietrificare ed uccidere decine di persone, cosicché Atena stessa ordinò a Perseo di ucciderla. Per farlo gli donò uno scudo, in modo che Perseo potesse utilizzare il riflesso per affrontare il nemico senza guardarlo direttamente. Perseo decapitò Medusa, secondo alcuni in battaglia secondo altri mentre la Gorgone dormiva. Dal collo reciso della gorgone nacquero Pegaso e Crisaore. La testa di Medusa fu poi messa sull’Egida, lo scudo di Atena, allo scopo di spaventare i nemici.

Mida

Mitico re della Frigia, regione dell’Asia Minore, che da Dionisio ottenne il potere di trasformare in oro qualsiasi cosa toccasse. Ben presto rischiò di morire di fame a causa del suo dono poiché anche il cibo che toccava si mutava in oro. Chiese perdono a Dionisio che lo liberò. In seguito si trovò ad assistere ad una gara fra Pan ed Apollo, elogiando il primo. Per questo Apollo gli fece crescere delle orecchie come quelle di un asino.

Minosse

Figlio illegittimo di Zeus e re di Creta. Ebbe vari figli e si diceva che avesse colloqui segreti con Zeus stesso. Fece costruire all’architetto Dedalo un labirinto in cui rinchiudere il mostruoso Minotauro. Fu in vita un famoso ed onesto legislatore, ruolo che continuò a mantenere anche nell’Aldilà dal momento che divenne giudice dei defunti con il fratello Rhadamantis ed il re Aiace di Egina.

Minotauro

Mostro con corpo umano e testa di toro che, per varie vicende, giunse neonato a Creta. Minosse lo fece rinchiudere nel labirinto fatto costruire appositamente da Dedalo, ma siccome il mostro si nutriva solo di carne umana, ogni anno gli venivano inviati dei ragazzi e delle ragazze da Atene, come tributo espiatorio. I giovani venivano chiusi nel labirinto e divorati finché l’eroe Teseo uccise il mostro. Egli riuscì poi ad uscire dal labirinto servendosi del filo donatogli da Arianna, figlia di Minosse.

Moira

E’ la Dea della sventura e della morte. In seguito con questo nome chiamate le tre Moire (o Parche), sorelle delle Erinni. Erano figlie della Notte e simbolo del destino. Come detto erano in tre, Cloto, che filava il filo della vita di ogni essere vivente, Lachesi, che decideva le vicende della vita e la sua fine, ed infine Atropo, quella che tagliava il filo e poneva fine all’esistenza di qualsiasi essere. Le Parche rappresentano il Fato, al quale neppure gli onnipotenti Dei possono opporsi, sono rappresentate come tre donne intente a filare la lana o la seta. Secondo alcune rappresentazioni avevano un occhio solo che si scambiavano spesso fra loro.

Muse

Le nove divinità solo le protettrici delle arti, ma anche della scienza. Esse sono Clio, che personifica l’epica e la storia, Melpomene per la tragedia, Talia per la commedia e la satira, Euterpe per la musica aulica (solenne), Tersicore per la lirica corale e la danza, Erato per la poesia d’amore, Polimnia per la lirica (in particolare gli inni) e l’eloquenza, Urania per la didascalia e l’astronomia, e Calliope per la poesia generale ed in particolare la poesia epica. Erano venerate presso alcune fonti, come la fonte Castalia o la fonte Ippocrene, e su alcuni monti, in particolare l’Elicona ed il Parnaso. Non sono molti i miti che le riguardano, eccetto quello in cui giudicarono la gara di canto tra Apollo e Marsia. Proprio in compagnia del Dio del sole furono spesso rappresentate.

Nemesi

Figlia della notte come le Moire, Eris, Hypnos e Thanatos. Era la terribile Dea della vendetta.

Nike

Nike, o Niche, (Victoria in latino) era la Dea della vittoria, compagna di Zeus nella lotta contro i Titani e di Atena nel corso di tante battaglie. La Dea rappresentava la vittoria sia in senso militare che in campo sportivo ed era raffigurata come una ragazza con ali angeliche, la rappresentazione più nota, benché incompleta, è la Nike di Samotracia. Non ci sono miti che la riguardano singolarmente, ma come detto appare spesso in compagnia degli altri Dei.

Notte

Una delle primogenite del Caos, madre delle Parche e di altre divinità. Era temuta persino da Zeus.

Oceano

Il grande fiume che circonda la terra, immaginata piatta, padre di tutti i fiumi. Era un Titano, che nella lotta fra i suoi simili e Zeus parteggiò per quest’ultimo, e sposò la ninfa Teti. Da Oceano derivavano tutte le acque terrestri, inclusi i fiumi, i laghi e le cascate, e persino le acque infernali. Oltre Oceano vi era l’oscurità eterna, e dentro di essa le porte per l’aldilà.

Olimpo

La catena montuosa della Tessaglia, il cui monte più alto raggiunge i 2918 metri. Sulla cima del monte Olimpo vivevano gli Dei. Era descritto come un luogo fantastico, in cui né i venti né le piogge possono giungere, così alto che quando Efesto ne fu scacciato, “precipitò per un giorno intero prima di toccare il suolo”.

Orfeo

Poeta della Tracia, figlio di Apollo e della musa Calliope. Era un suonatore di lira secondo a nessuno, la sua musica incantava non solo gli uomini e gli animali ma persino le pietre e gli altri esseri inanimati. Fece parte della spedizione degli Argonauti e con la sua musica sconfisse le sirene, poi sposò la bella Euridice e fisse felice per un po’ di tempo, finché la ragazza, morsa da un serpente, morì. Non rassegnatosi a perderla, scese nell’aldilà, ammaliò Cerbero e con la sua musica commosse persino Ades e Persefona. I due permisero ad Orfeo di riportare sulla terra Euridice, a patto che non si voltasse mai a guardarla finché non fossero usciti dall’Ade. Orfeo però non seppe resistere alle parole della ragazza, che lo supplicava di girarsi, e così la perse per sempre. Tornato da solo sulla terra fu ucciso dalle donne di Tracia, che non accettavano il suo atteggiamento di distacco nei loro confronti. La sua testa fu gettata in mare e giunse fino all’isola di Lesbo, patria della poesia.

Orione

Gigantesco e bellissimo cacciatore, figlio di Poseidone. Fu accecato per aver sedotto Merope e fuggì in Oriente. Recuperò la vista guardando il sole nascente. Fu trasformato in costellazione dopo la morte, su cui esistono varie varianti. Secondo una fu ucciso per errore da Artemide, secondo un’altra fu punto da uno scorpione inviato dalla Terra, irritata con lui perché si era vantato di voler uccidere tutti gli animali della terra.

Pandora

Uno dei miti più antichi, ambientato all’origine dei tempi, quando l’uomo era da poco sulla terra. Irritato con Prometeo, che agli uomini aveva donato il fuoco ed aveva reso molto più facile la loro vita, Zeus cercò un modo per punire l’umanità con mali fino a quel momento ignoti. Egli fece così forgiare da Efesto con terra ed acqua una donna, bella come le Dee. Tutte le divinità femminili infusero in essa una caratteristica, ma Ermes infuse “mente di cagna ed animo di frode” come narrato da Esiodo. Quando alla fine fu pronta ed ebbe anche il dono della parola, Zeus la chiamò Pandora, perché tutti gli Dei avevano contribuito alla sua creazione (Pan in greco significa “tutto”), e poi la donò al fratello di Prometeo, Epimeteo, il quale la fece sua sposa. Per le nozze, Zeus donò alla donna un vaso di creta, ma le disse di non aprirlo mai, ben consapevole che la donna non avrebbe resistito a lungo alla tentazione. Nel vaso erano infatti rinchiusi tutti i mali, e quando Pandora lo aprì, essi si sparsero fra gli uomini, portando dolori e sofferenze. Pandora cercò di chiudere il vaso al più presto, ma invano. Solo la speranza rimase chiusa nel vaso.

Persefone

(Proserpina per i romani)Figlia di Zeus e Demetra. Un giorno, mentre coglieva i fiori con le ninfe, fu rapita da Ades, alla guida del cocchio infernale, e portata con lui nel regno delle ombre, l’Ade, per diventare la sua sposa. Persefone mangiò del cibo nell’aldilà, e chiunque mangia del cibo nel regno dei morti non può più tornare nel regno dei vivi. La fanciulla inoltre si era innamorata di Ades e desiderava restare con lui. Demetra allora rese sterile la terra e fece calare un inverno perenne, finché Zeus non stabilì che Persefone sarebbe stata per sei mesi con la madre e per sei mesi con l’amato Ades (o secondo alcune varianti per 2/3 dell’anno con la madre e per 1/3 con Ades). Comunque, il periodo in cui Persefone è con Ades, il pianeta subisce i rigori invernali, mentre quando la ragazza è con la madre, i fiori e le messi ricoprono la terra.

Perseo

Figlio di Zeus e Danae. Quando il re Polidette cercò di rendere Danae sua moglie ed ella si rifiutò, il re la rese sua schiava e cercò di uccidere il giovane ordinandogli di uccidere la terribile Medusa, che mutava in pietra chiunque la guardasse in volto. Perseo ebbe però aiuti divini nella missione, Ermes gli donò un falcetto ed Atena uno scudo così brillante da essere simile ad uno specchio. Così, guardando Medusa solo tramite il riflesso dello scudo, Perseo evitò di essere pietrificato e le tagliò la testa col falcetto. Con la testa di Medusa pietrificò poi il malvagio Polidette, ed in seguito la donò ad Atena, la quale la pose sul suo scudo, l’Egida. In seguito Perseo salvò la principessa Andromeda dal mostro inviato da Poseidone e la sposò.

Prometeo

Una delle figure più importanti della Teogonia, Prometeo, secondo quanto narra Esiodo, rubò il fuoco agli Dei per donarlo agli uomini. Per questo fu punito da Zeus, il quale lo legò ad una rupe mentre un avvoltoio ogni giorno gli rodeva il fegato. Siccome il fegato di Prometeo si rigenerava da solo ogni giorno, il pasto dell’avvoltoio e la sofferenza del prigioniero erano eterni. In seguito però Zeus decise di salvare il nemico di un tempo e così permise ad Eracle di liberarlo. L’eroe abbatté l’avvoltoio con una freccia e spezzò le catene che legavano Prometeo. Un altro mito che riguarda Prometeo, di epoca posteriore al precedente, racconta che l’eroe disse al fratello Epimeteo di distribuire le attitudini e le qualità tra i vari animali. Epimeteo però le diede via tutte e così, non essendo rimasto nulla per l’uomo, Prometeo dovette togliere agli animali parti di queste facoltà per poterle dare agli esseri umani.

Proteo

Divinità marina, figlio o servo di Poseidone, aveva doti profetiche, ma lo si poteva obbligare a fare rivelazioni solo sorprendendolo nel sonno e legandolo. Aveva anche il potere di mutare forma in qualsiasi cosa volesse. Dal suo nome proviene l’aggettivo proteiforme, che intende una cosa dai molteplici aspetti.

Rhadamantis

Fratello di Minosse, figlio di Zeus ed Europa, Rhadamantis (o Rhadamanto) fu assegnato insieme ad Aiace ed al fratello stesso al giudizio delle anime nell’aldilà.

Rea

Rea (o Cibele) era la moglie di Crono e madre di Zeus, Poseidone, Ade, Era, Demetra. Riuscì a salvare Zeus dal marito, il quale ingoiava tutti i figli alla nascita, sostituendolo con una pietra ed nascondendolo nell’isola di Creta, dove il Dio crebbe e divenne più forte del padre. Le erano sacri i leone, che infatti trascinavano il suo carro, ed aveva in testa una corona fatta di torri.

Scilla

Un tempo bellissima fanciulla, Scilla respinse l’amore del Dio minore Glauco, il quale si recò da Circe per avere un filtro d’amore. Circe però amava Glauco e, gelosa di Scilla, preparò un filtro terribile e, recatasi a Reggio, sulla costa dello stretto di Messina, lo versò nella grotta in cui la ragazza soleva andare per ripararsi dal sole o dalla burrasca. Così quando Scilla si recò nella grotta, si trovò circondata da cani feroci, che divennero parte del suo corpo. Su questo punto ci sono varie versioni, secondo alcune le creature erano serpenti e non cani, secondo altre si trattava di sei bestie differenti, ma comunque tutti i miti concordano che la ragazza si stabilì sullo stretto e, quando passavano le navi, le bestie uccidevano i marinai e se ne nutrivano. Siccome sull’altro lato dello stretto vi era la minaccia di Cariddi, il passaggio era molto pericoloso da attraversare.

Sirene

Fanciulle bellissime, erano immaginate, ai tempi di Omero, con corpo ed artigli di uccelli ma volto di bellissime donne. Pare che in origine fossero le ninfe che erano in compagnie di Persefone quando Ades la rapì, e che subirono questa punizione da parte di Demetra perché non avevano difeso la fanciulla. Simboleggiano la superficie calma ed ingannevole del mare, ma anche gli allettamenti ingannevoli che la vita offre. Il loro canto splendido ammalia i naviganti, le cui navi si frantumano sugli scogli causando la morte di tutto l’equipaggio. Pochi riuscirono a superarle, Orfeo le ammaliò con la sua musica durante la spedizione degli argonauti mentre Ulisse tappò le orecchie degli uomini del suo equipaggio con della cera (ma non le sue. Volendo sentire il canto, si fece legare all’albero maestro ordinando ai suoi uomini di non slegarlo assolutamente). Pare che, avendo fallito contro di lui, le sirene si gettarono in male e si suicidarono.

Stige

Uno dei fiumi infernali. Secondo Esiodo era una Dea che viveva negli inferi con Ades e Persefone. Sempre Esiodo la definisce “tremenda Dea, che i Numi evitano” ed infatti il suo potere era temuto da tutti. Il giuramento fatto dagli Dei in nome di Stige è solennissimo, nessuno può infrangerlo o sarà punito restando senza respiro per un anno e non potendo mangiare nettare ed ambrosia. Oltre a ciò sarebbe anche dovuto restare nove anni lontano dal concilio degli Dei.

Thanatos

La morte, fratello di Hypnos e figlio della notte. Pericolosa e temuta dagli uomini è rappresentata come un bambino alato che stringe in mano una fiaccola spenta, segno di lutto, o che ha in braccio un eroe caduto.

Teseo

Eroe greco, già a sedici anni compì grandi imprese mentre era in viaggio verso Atene per farsi riconoscere dal padre Egeo. Uccise numerosi nemici, tra cui Perifete, che uccideva i viandanti a colpi di mazza di ferro, e Pitiocampe, che invece legava i viandanti a due pini vicini, uniti da una fune, poi tagliava questa corda cosicché i pini tornavano diritti ed il viandante era smembrato in due. In seguito Teseo raggiunse il padre e lo liberò dalla maga Medea. Poco tempo dopo compì la sua più famosa impresa uccidendo il Minotauro con l’aiuto della bella Arianna. Abbandonata la fanciulla, tornò ad Atene e causò involontariamente la morte del padre. I due prima della partenza del ragazzo avevano infatti concordato che, se avesse vinto, avrebbe alzato sulla sua nave delle vele bianche, se fosse morto l’equipaggio avrebbe lasciato le vele nere con cui l’imbarcazione era partita. Per errore furono lasciate le vele nere ed Egeo, convinto che il figlio fosse morto, si uccise. Teseo divenne re di Atene e compì molte altre imprese, alcune in compagnia dell’amico Eracle, col quale partecipò al viaggio degli Argonauti ed affrontò le Amazzoni. Fu in seguito espulso da Atene e morì ospite dal re di Sciro. Il suo corpo fu riportato ad Atene, dove gli fu eretto un tempio.

Venti

Divinità minori, vivevano nella grotta di Eolo e servivano il loro padrone. I principali erano Borea, spirante dal Nord, Austro (Scirocco) vento del sud, Zefiro, vento di ovest, ed Euro, vento dell’est.

Zeus

Il più potente fra tutte le divinità Olimpiche, padre della maggior parte degli Dei, tra cui Atena ed Apollo. Zeus (Giove per i romani) era figlio di Crono, lo sconfisse e ne prese il posto, salvando i fratelli e le sorelle che Crono aveva inghiottito. L’unico essere superiore a Zeus era il fato, e degli ordini del fato Zeus era solo un esecutore, senza potercisi opporre. Signore delle forze atmosferiche, Zeus domina le piogge, le nubi ed i fulmini, che, forgiati dai Ciclopi, sono la sua arma più usata. Zeus dispensa nel mondo i beni ed i mali, è testimone dei giuramenti e padrone dell’ospitalità. Insieme ad Apollo è una delle poche divinità capace di leggere il futuro, che poi trasmette agli uomini, in maniera velata, con i suoi oracoli. Testimonianza della sua forza è la sfida che, nel canto VIII dell’Iliade, lancia agli altri Dei nel caso si fossero opposti alla sua volontà “Una catena d’oro sospendete dal cielo e tutti ad essa attaccatevi insieme, sia Dei che Dee ; Pur non riuscireste a trarre giù dal cielo sopra la terra il sommo duce Zeus, anche se molto e a lungo vi sforzaste ! Se invece anch’io, quando ne avessi voglia, tirar volessi, io su vi tirerei con tutta la terra e tutto il mare ed intorno ad una vetta dell’Olimpo legherei la catena, e tutto allora così sospeso resterebbe. Così tanto io sovrasto i Numi !” Zeus era sensibilissimo alla passione amorosa, centinaia furono le sue compagne, sia donne umane, sia ninfe, sia Dee, e per questo era costante la gelosia della moglie e sorella Era, la quale poi si vendicava sulle fanciulle che il marito amava. Fra le sue compagne vi furono Demetra, che poi generò Persefone, Latona, da cui nacquero Apollo e Diana, Maia, da cui nacque Ermes, Semele, che gli generò Dionisio, Alcmena, da cui nacque Ercole. Fra gli animali gli era sacra l’aquila, fra le piante la quercia.

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