Umanoidi o mostruosi, alti e lattiginosi o piccoli e verdi, buoni o cattivi, gli alieni hanno sempre esercitato un enorme fascino sulla fantasia, che si è sbizzarrita a dar loro forme e caratteri più disparati, dalle illustrazioni dei primi romanzi di fantascienza di fine Ottocento, che li rappresentavano come angeli possenti, fino alle più recenti creazioni al computer per l’industria cinematografica, passando attraverso le innumerevoli forme con cui hanno catturato la fantasia dei lettori di fumetti e di romanzi.
Fin da quando gli uomini hanno cominciato a scrutare le stelle si sono persi ad immaginare mondi alieni lontani e vicini, impossibilitati a pensare di essere soli nell’Universo, impauriti o speranzosi di poter presto ricevere una visita extraterrestre o riuscire a raggiungere un pianeta popolato da strane creature. Esistono tracce che ci portano all’antica Grecia, già nel II secolo dopo Cristo, quando Luciano di Samosata nella sua “La storia vera”, vero e proprio “romanzo di fantascienza”, racconta il suo viaggio oltre le Colonne d’Ercole immaginando per la prima volta un viaggio sulla Luna e l’incontro con i suoi abitanti, i primi alieni della storia della letteratura. Da allora migliaia di alieni, con gli aspetti più diversi e le più diverse intenzioni, popolano l’immaginario collettivo lasciando interrogativi sulla loro esistenza al punto da far giocare con loro Peter Kolosimo e, 40 anni dopo, Margherita Hack.
Per molto tempo l’alieno è stato visto come un pericoloso invasore, possessore di tecnologie avanzatissime, usate per soggiogare la razza umana, positivamente destinata a cavarsela per il rotto della cuffia, trovando all’ultimo un modo per liberarsi dei pericolosi conquistatori. Fondamentale in questo senso, e vero e proprio punto di partenza dell’immaginario alieno così come lo intendiamo oggi, è il capolavoro della letteratura di fantascienza “The War of the Worlds” (La guerra dei mondi) scritto da H. G. Wells nel 1897 e vera pietra miliare, ispiratore di innumerevoli altri romanzi, film, fumetti nonché delle magnifiche illustrazioni di Warwick Goble, Henrique Alvim Corrêa (per un’edizione belga) e di Edgar P. Jacobs (maestro del Fumetto, creatore di “Blake e Mortimer”), che nel 1947 illustrò a puntate il romanzo nella nuova rivista Tintin, su incarico di Hergé. Curiosamente, gli extraterrestri che compaiono nelle prime pagine a fumetti non seguono lo stereotipo dell’alieno malvagio e conquistatore: sia i “Marsoozalooms” di James Swinnerton sia “Mr. Skygack, from Mars” di A.D. Condo sono fumetti umoristici, in cui l’alieno è utile per commentare con uno sguardo inedito e ingenuo il mondo che lo circonda.
I fumetti d’avventura iniziano nel 1929, con la grande crisi, e occorre aspettare l’inizio del 1934 perché Alex Raymond crei un eroe come Flash Gordon: per salvare la Terra dalla disastrosa collisione con un altro corpo celeste, Flash finisce sul lontano pianeta Mongo, dove si scontra con esseri come gli uomini falco e gli uomini leone, principesse affascinanti ma, soprattutto, con il crudele tiranno Ming. I disegni di Raymond, uno dei massimi maestri del fumetto, influenzeranno generazioni di artisti e le storie affascineranno generazioni di lettori, compreso George Lucas, che a Flash Gordon si ispirerà per creare “Star Wars”! Lo stereotipo dell’alieno ha dunque il suo vero e proprio boom da metà dagli anni Trenta, culminando nell’ottobre 1938 con il panico scatenato da Orson Welles con la celebre drammatizzazione in diretta, alla radio, de “La guerra dei mondi” di Wells, che molti ascoltatori presero per un’autentica radiocronaca!
Le storie di Gordon producono anche in Italia un effetto dirompente tra i lettori, che non hanno visto mai niente di simile. C’è però chi vuole provare a creare qualcosa di inedito, riprendendo in modo originale il tema dell’invasione aliena e ponendo l’Italia al centro della storia. Così nasce “Saturno contro la Terra”, scritta da Federico Pedrocchi su soggetto di Cesare Zavattini e disegnata da Giovanni Scolari. Il conflitto tra il nostro pianeta e il bellicoso popolo di Saturno, guidato dal crudele Rebo, dà libero sfogo all’immaginazione senza limiti di Zavattini e l’abilità di Pedrocchi sfida i lacci del regime fascista. La storia è un grande successo, tanto che ne vengono realizzati ben sette episodi, usciti sui giornali I tre porcellini, Topolino e Paperino, tra il 1937 e il 1946. Amatissima all’epoca, la saga di “Saturno contro la Terra” è stata pubblicata e ristampata più volte in Italia e anche in Francia, in Argentina e Spagna, negli Stati Uniti, ripresentata nel 1969 come prezioso Almanacco di Linus.
Nel 1947 letteralmente esplode il fenomeno extraterrestri, con il celebre “schianto di Roswell”, un “oggetto volante non identificato” che precipita dal cielo in un ranch del Nuovo Messico: una bufala mediatica, alimentata dalla segretezza di cui viene accuratamente circondata dalle autorità militari e governative, che concentra sugli alieni l’attenzione del mondo intero e alimenta la produzione di film e prodotti televisivi, libri, fumetti, giochi e giocattoli. Gli alieni esplodono così anche nel cinema. L’invasione è più lenta che nel fumetto, perché per visualizzare le fantasie dei romanzieri matita e china sono più pratici e convenienti degli effetti special, ma le invasioni proliferano negli anni Cinquanta, quando gli spietati extraterrestri “diversi da noi” servono a rappresentare in maniera neppure troppo velata il “pericolo rosso”, il timore che possa scoppiare un conflitto letale tra il mondo dell’URSS e quello degli Stati Uniti. Da ricordare come anche in questo campo l’Italia vanta un primato non da poco: nel 1910 Yambo, al secolo Enrico Novelli, scrittore, giornalista e fumettista, realizza e interpreta il cortometraggio, “un matrimonio interplanetario”: una commedia che per la prima volta racconta una storia d’amore tra un terrestre e una marziana.
Va detto però che non esistono solo alieni malvagi e invasioni di massa: negli anni compaiono anche figure diverse e positive, a cui magari non pensiamo subito parlando di alieni, perché abbastanza simili a noi. Superman, per esempio, proviene da un pianeta morente, Krypton, ed è proprio la sua natura extraterrestre che genera i suoi innumerevoli poteri. Quello di Superman è un caso tipico di “orfano delle stelle”, arrivato da noi da solo, spesso all’insaputa dei più. Ci sono poi i casi in cui gli alieni arrivano con intenzioni pacifiche, magari perché bisognosi di aiuto. È un concetto esplorato nella splendida serie a fumetti britannica “Jeff Hawke”, in cui il protagonista, ufficiale della Royal Space Force e ambasciatore dell’umanità, è spesso incaricato di aiutare alieni in pericolo. Non sempre però tutto va per il verso giusto, e a volte gli alieni amici si rivelano parte di un piano di conquista più subdolo e sottile della semplice invasione.
L’articolo Alieni “vintage” nella cultura di massa proviene da CorriereNerd.it.
Aggiungi Commento